Ci avviciniamo alla crescita personale perché abbiamo il desiderio di crescere, di imparare e vogliamo migliorare la nostra vita e ottenere risultati diversi. Tuttavia, non sempre questo accade. Ma perché?
Magari partiamo con tutte le buone intenzioni… poi, però, cadiamo in quella che ritengo essere la trappola più grande nel campo della crescita personale: scopriamola insieme!
Il positivismo (eccessivo)
Nel corso degli anni noto che sempre più spesso, tra chi entra nel mondo della crescita personale e chi anche ci lavora, dilaga l’idea che dal momento che si intraprende un percorso del genere, si debba iniziare a vedere sempre tutto positivo, anche quando ci capita qualcosa di brutto o che ci fa stare male.
Chi cade in questa trappola si convince a tutti i costi che la vita è tutta rose e fiori, che va sempre tutto bene e che niente può toccarlo/a veramente, perché la priorità diventa rialzarsi senza indugio, mettersi all’azione e trovare al più presto un modo per affrontare il “problema”.
In realtà, sia che stiamo lavorando su di noi sia che non lo stiamo facendo, se noi ci guardiamo attorno con obiettività, ci rendiamo conto che accadono anche cose che ci possono non piacere. E il punto sta proprio nel poter ammettere di provare rabbia, di sentire paura, tristezza o frustrazione di fronte a queste situazioni, perché è ok!
In questi casi, se il positivismo diventa eccessivo, non ci aiuta. Ci porta a mettere in atto un automatismo innaturale e controproducente che zittisce le nostre emozioni. Inoltre, ci impedisce di ricevere le indicazioni e i messaggi importanti che queste ci vogliono comunicare.
Accogli le tue emozioni
Quando ignoriamo le nostre emozioni, e ci mettiamo su la maschera della persona felice e contenta, potremmo anche avere l’impressione di andare avanti con la nostra vita, ma in realtà stiamo solo facendo quello che viene chiamato “buon viso a cattiva sorte”.
Le emozioni sono energie in movimento all’interno del nostro corpo che continuano a perpetuarsi indefinitamente, causando – nel peggiore dei casi – dipendenze, malattie o traumi, se non vengono riconosciute, accolte ed espresse in modo consapevole e intenzionale (ovvero, senza avventarsi contro il malcapitato di turno…).
Mettiamo caso che tu te la stia facendo sotto perché hai in programma di parlare in pubblico o di fare una diretta live su Facebook. Invece di ignorare la tua paura e fare finta di niente, perché non ti fermi ed entri in connessione con questa sensazione?
Osserva quello che provi
Potresti domandarti: Ok, ma di che cos’è che ho paura nello specifico? Che cos’è che temo realmente? La paura non è altro che una forma di protezione che il nostro inconscio implementa per salvaguardarci. Quindi potresti renderti conto che in verità hai paura di essere giudicata, di essere criticata, di non sapere le cose, ecc. ecc.
E ancora, se volessi approfondire la questione, potresti chiederti ad esempio: Ma che cosa potrebbe accadere dunque, se le persone mi criticassero? Oppure: Che cosa potrebbe accadere se effettivamente io non avessi la risposta pronta a tutto?
Riflettendoci sopra, potresti accorgerti che sotto sotto è tutta questione di alcune convinzioni limitanti che si sono instaurate dentro di te. E magari ti sei convinta che se non riuscirai a rispondere a tutte le domande del pubblico, allora significa che non vali nulla, o se le persone ti criticheranno, allora vuol dire che non sei abbastanza.
In conclusione
La crescita personale ci sprona proprio a fare questo: a portare alla luce le nostre convinzioni, così da iniziare a lavorare sulle nostre insicurezze, senza giudicarle (e quindi giudicarsi), ma provando empatia e compassione nei nostri confronti, e creando uno spazio di accoglienza in cui poter dar voce a quello che abbiamo dentro.
Dunque, essere positivi ci è utile, ma non deve diventare totalizzante. Siamo esseri umani e va bene ammettere di provare emozioni “negative”. Se esistono ancora oggi, dopo secoli e secoli di evoluzione umana, vuol dire che poi a qualcosa servono, no?
È quindi importante saper accettare di avere anche dei momenti di difficoltà, dei momenti in cui proviamo paura, rabbia o tristezza, in cui temiamo di non potercela fare, e abbracciare quelle parti di noi che non ci piacciono così tanto, perché se non lo facciamo, non possiamo crescere davvero. Al contrario, finiremmo con la sensazione di avere un’ombra enorme alle nostre spalle che ci tormenta e ostacola la nostra crescita.
Se invece accogliamo noi stesse in tutte le nostre luci e ombre, ecco che di conseguenza le nostre emozioni cambiano e iniziano a venire integrate, anche perché il loro messaggio viene (finalmente) ascoltato e possiamo quindi iniziare a lavorarci sopra.
Cosa portarti via
Nei momenti di difficoltà, piuttosto che mettere la testa sotto la sabbia e fare finta di nulla, ascolta quello che le tue emozioni ti comunicano. Fai un check-in con te stessa, chiedendoti: Come mi sto sentendo in questo momento? Cosa sto provando nel mio corpo? E pian piano nota quale consapevolezza emerge, per poi decidere che cosa ne vuoi farne.
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