Ti è mai capitato di definire obiettivi avvincenti, di cimentarti con tutta la motivazione a tua disposizione nella loro realizzazione, e ritrovarti con un pugno di mosche fra le mani?
In questo articolo ti ho spiegato come realizzare una Vision Board per definire il tuo punto d’arrivo e per avere una fonte costante di motivazione.
In questo altro articolo ti ho illustrato come puoi compiere 3 semplici azioni per raggiungere i tuoi obiettivi. Desiderare qualcosa con tutte le tue forze non è sufficiente per farti ottenere dei risultati, devi metterti in moto e fare qualcosa di concreto.
Molto spesso, però, tutto questo non è ancora sufficiente.
Forse è già successo anche a te di compiere azioni su azioni, nella convinzione di avvicinarti alla meta, per poi accorgerti che non solo queste azioni non erano utili al tuo scopo, ma sembravano allontanarti da esso.
Se hai l’impressione di dare il massimo ma non ottieni i risultati sperati, continua a leggere e scoprirai il perché.
Paige e le azioni non sufficientemente utili
La settimana scorsa ho assistito a una scena che vorrei condividere con te. Stavo chiacchierando con Paige (nome modificato per questioni di privacy), una giovane donna di 30 anni circa che sta gestendo da diverso tempo un business nell’ambito finanziario a Singapore.
Paige mi ha raccontato con orgoglio di come la sua famiglia sia riuscita ad avviare un’attività di successo in Malesia, mettendo a tacere le malelingue di vicini e “amici” che non avrebbero mai scommesso nemmeno un centesimo su di loro.
A seguito del successo ottenuto, Paige si è trasferita a Singapore per sviluppare ulteriormente l’attività.
Apparentemente, la sua situazione sembra idilliaca. Eppure, Paige sente che, da quando si è trasferita, il rapporto con la famiglia (rimasta in Malesia) si è notevolmente deteriorato.
Da 1 anno non ha più contatti con loro, vorrebbe quindi trovare un modo per comunicare apertamente con i suoi cari.
Per questo motivo, ha iniziato un percorso di life coaching con una collega. Se non sai che cosa sia il coaching e a cosa può servire, leggi qua.
Paige mi dice che durante le sessioni di coaching ha trovato di settimana in settimana delle risposte in merito al suo problema e soprattutto ha capito come affrontare le sue resistenze interiori.
Tuttavia, nonostante le sue parole manifestavano soddisfazione, non la vedevo tranquilla.
Io: “Paige, percepisco dell’irrequietezza in te. Che cosa succede?”
Paige: “Sì, è vero. Ogni settimana ottengo maggiore consapevolezza grazie alle sessioni di coaching e mi rendo conto di ciò che devo fare per risolvere il mio problema, però mi sembra che la situazione rimanga sempre la stessa.”
L’atteggiamento di Paige è sincero, sembra davvero interessata a trovare un modo per sbloccare la sua situazione. Dalle sue parole, però, intuisco che forse non sta facendo nulla di concreto, o forse non sta facendo abbastanza, per realmente ottenere dei risultati.
Io: “Che cosa stai facendo per risolvere il tuo problema?”
Paige: “Beh, ho riflettuto molto sulle cose che sono emerse durante le sessioni e trovo che sono utili. Al termine di ogni incontro, mi sono annotata le cose da fare.”
Io: “Quindi, che cosa stai facendo concretamente per risolvere il tuo problema?”
Paige: “Per ora… beh, ho bisogno un po’ di tempo, non posso chiamare i miei genitori così all’improvviso, sto ancora decidendo come agire. Però nel frattempo non me ne sto con le mani in mano, di tanto in tanto rileggo gli appunti, così da tenere a mente le cosa da dire.”
Io: “Paige, quali delle azioni che stai compiendo sono DAVVERO utili a migliorare la comunicazione con i tuoi genitori?”
A questo punto, Paige si rende conto che finché non alzerà la cornetta del telefono per chiamare i suoi genitori, il suo problema resterà tale.
Leggere i suoi appunti o farsi scenari immaginari su questa telefonata non la aiuteranno a raggiungere il suo obiettivo, fintanto che non deciderà di chiamarli per davvero.
Azioni utili, azioni che aiutano e azioni inutili
Il caso di Paige ti porta un esempio di azioni che aiutano a raggiungere l’obiettivo, ma che in realtà non sono veramente utili per ottenere risultati concreti.
Nella sua situazione, è essenziale che Paige comunichi con i suoi genitori, sia che questo abbia luogo via telefono, via email, via whatsapp o quant’altro. Fintanto che si limiterà a rileggere i suoi appunti o a ragionare su ciò che vorrebbe dire loro, non otterrà alcun risultato tangibile.
In generale, si possono distinguere le azioni in 3 diverse categorie, che per comodità chiamerò azioni X, azioni Y e azioni Z.
- Azioni X: Si tratta di tutte quelle azioni essenziali e critiche per il raggiungimento del tuo obiettivo. Senza compiere queste azioni, il risultato sperato non può manifestarsi. Queste azioni sono cruciali perché l’obiettivo definito possa realizzarsi.
- Azioni Y: Si tratta di tutte quelle azioni che supportano le azioni X e che sono d’aiuto, ma che di per sé NON si rivelano essenziali alla realizzazione dell’obiettivo. Possono aiutare a preparare le azioni X, ma da sole non sono sufficienti.
- Azioni Z: Si tratta di tutte quelle azioni che in realtà non sono per niente collegate al risultato Generalmente, si tratta di distrazioni che fanno perdere tempo e non sono utili allo scopo primario.
Le azioni compiute finora da Paige rientrano prevalentemente nella categoria Y. Leggere gli appunti e prepararsi mentalmente alla telefonata sono certamente attività utili, ma da sole non sono sufficienti ad ottenere il risultato sperato.
Esempi di azioni X corrispondono, nel suo caso, a telefonare ai suoi genitori, trasmettere loro un messaggio, comunicare i suoi sentimenti, mantenere un rapporto continuativo, ecc.
Se Paige avesse deciso di riguardare le vecchie foto della sua infanzia e lasciarsi andare in teneri ricordi d’altri tempi, questa si sarebbe rivelata un’azione Z, totalmente inutile al raggiungimento del suo obiettivo.
Non stai ancora raggiungendo i tuoi obiettivi?
Se Paige continuasse a compiere azioni Y o Z, non raggiungerebbe mai i suoi obiettivi. Potrebbe credere di star facendo qualcosa, ma continuerebbe a sentirsi irrequieta e insoddisfatta.
Ecco degli esempi di azioni X, Y e Z per altre situazioni:
Obiettivo: Creare un sito web
Es. di azioni X: Pubblicare i contenuti sul sito
Es. di azioni Y: Acquistare un dominio web, impostare la linea grafica, creare i testi da pubblicare, ecc.
Es. di azioni Z: Leggere le email, navigare su facebook, chattare con le amiche, ecc.
Obiettivo: Dimagrire di 3 kg
Es. di azioni X: Svolgere esercizio fisico, ridurre le calorie dei pasti consumati
Es. di azioni Y: Iscriversi in palestra, identificare una dieta adeguata, acquistare alimenti a basso apporto calorico, ecc.
Es. di azioni Z: sfogliare cataloghi di vestiti sportivi, sognare a occhi aperti, lamentarsi, ecc.
Come puoi notare, le azioni Y sono sì d’aiuto alla realizzazione delle azioni X, ma da sole non saranno mai sufficienti a raggiungere l’obiettivo definito.
La prossima volta che ti capiterà di non raggiungere un obiettivo, chiediti:
- Quante azioni X sto effettivamente compiendo?
- Quante di esse sono di tipo Y?
- Quante addirittura sono di tipo Z?
Se perdi il tuo tempo e le tue energie a fare cose che non ti avvicinano al tuo obiettivo (azioni Z), la tua motivazione calerà e sarai facilmente persuasa ad arrenderti.
Se, al contrario, ti concentri sulle azioni Y e in particolare sulle azioni X, la probabilità di raggiungere i risultati che desideri sarà molto più alta, così come la motivazione e la soddisfazione che proverai.
Si tratta di un principio tanto semplice quanto efficace:
Qualunque sia il tuo obiettivo, maggiore è la quantità di azioni X che riesci a compiere, maggiore è la velocità con cui riuscirai a raggiungerlo.
Quindi, ogni volta che ti accingi a fare qualcosa, chiediti sempre:
Si tratta di un’azione X?
Se la risposta è no, chiediti quale azione possa essere più utile compiere, un’azione che davvero ti consenta di avvicinarti al risultato da te desiderato. Ricordati che le azioni Y sono molto utili ed è giusto compierle, ma da sole non sono sufficienti.
Eccoci arrivati alla fine di questo articolo. Se lo hai trovato utile, ti invito a mettere “mi piace” e a condividerlo, così da aiutare altre persone a raggiungere i loro obiettivi 🙂 Per ricevere ulteriori spunti e suggerimenti, puoi seguirmi anche su Facebook.
Ti saluto con una domanda: Qual è il tuo obiettivo e qual è l’azione X che stai compiendo per raggiungerlo? Condividi la tua risposta qui sotto 😉
A settimana prossima,
un sorriso 🙂
Anh
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su ThreeSixtySkills.com
Cara Anh, quest’articolo e tutti quelli che hai scritto precedentemente
sono molto utili ed interessanti! Che bello sapere che ogni martedì ci sono novità nel tuo sito!
Mi piacciono le tematiche che presenti ed il fatto che tu proponga sia soluzioni concrete per affrontare certe situazioni sia esempi pratici per aiutare i lettori a capire meglio la teoria.
Ti saluto rispondendo alla tua domanda : il mio obiettivo principale è l’apprendimento del giapponese. Per ora queste sono le azioni X che compio: 1) corso di giapponese, 1h30 a settimana, durante il quale studio principalmente regole grammaticali 2) scambio linguistico (inglese-giapponese) con una ragazza giapponese, 1h a settimana, 3) incontro, 1h30 a settimana, con una signora giapponese con la quale studio i kanji e parlo del più e del meno.
Mi sono resa conto, grazie al tuo articolo, che avevo un’altra attività “x” fino a gennaio la quale si è trasformata in attività “y”: studiare vocaboli giapponesi utilizzando delle flashcards. Purtroppo, a causa delle altre attività “x” che ho descritto, ho realizzato che ho abbandonato un pò lo studio dei vocaboli. In questo mese infatti mi sono limitata a creare nuove flashcards. Questo però non basta! Devo anche utilizzarle!
Ciao Martina!
Grazie per il tuo commento, sono contenta che trovi utili e interessanti gli articoli, grazie 🙂
Complimenti per le attività X che stai già compiendo, sono certa che in questo modo riuscirai a progredire molto velocemente nello studio del giapponese, che immagino non sia per niente una passeggiata.
Brava anche per il fatto che ti sei accorta che è necessario usare le flashcards, oltre a crearle 😉
Coraggio e buono studio 😉
Anh
Ciao Anh. Leggere ciò che scrivi è fonte di grande ispirazione. Mi trovo in una situazione di stallo, che definirei, dopo la lettura di questo articolo, una situazione Y/Z, in cui faccio davvero tante cose ma mi ritrovo con in mano un pugno di mosche o quasi.
Come hai detto tu, quello che descrivi è un sistema semplice e talmente tanto ovvio, da non averlo mai minimamente preso in considerazione. Mi si è accesa una luce, come se mi fossi risvegliata da un stato di torpore, rendendomi conto del meccanismo che mi porta ad eseguire una catena infinita di azioni Y e Z. Credo sarà un gran lavorone rimettere tutto su una bilancia, rivedere le priorità e il valore delle azioni che compio.
Ti ringrazio di cuore.
Con affetto, anche se non ci conosciamo di persona…
Sara
Ciao Sara, mi fa piacere che l’articolo ti sia stato utile e ti abbia portato delle riflessioni. Brava, indaga sulle priorità e anche sui blocchi che potrebbero nascondersi dietro al fatto di non focalizzarti sulle azioni X. Solitamente è proprio a livello di mindset che si scoprono gli ostacoli più grandi, e quando questi vengono sciolti.. tutto il resto diventa più facile e sereno da mettere in atto 🙂 Un abbraccio!