A salvarmi dall’esaurimento fu una disciplina di origine buddhista di cui avrai sicuramente sentito parlare e che, nel caso non lo sapessi, vanta una storia di oltre 2500 anni. È diffusa in tutto il mondo, ma è ancora piuttosto fraintesa. Sì, sto parlando proprio di lei, della mindfulness, anche detta ‘consapevolezza’.
Ho cominciato ad avvicinarmici quando stavo creando la mia attività in proprio. Era un periodo molto stressante: facevo mille cose, correvo a destra e a sinistra come una trottola e mi sembrava che il tempo non bastasse mai. Vivevo con il pilota automatico inserito, non facevo che reagire alle situazioni esterne e nella mia mente si affolavano così tanti pensieri che non riuscivo ad apprezzare a fondo niente di ciò che stavo facendo.
Piano piano, ho cambiato il modo di approcciarmi alla realtà e di vivere la mia quotidianità, integrando una serie di principi di consapevolezza di cui ti parlerò meglio in questo articolo, in modo che anche tu possa arricchire la tua vita dei meravigliosi benefici di questa filosofia.
In che cosa consiste
Il fondatore dell’utilizzo clinico moderno della mindfulness, Jon Kabat Zinn, definisce la mindfulness come
il processo di prestare attenzione in modo particolare: intenzionalmente e in maniera non giudicante, allo scorrere dell’esperienza nel presente momento dopo momento.
Il termine deriva, infatti, dalla parola Sati in lingua Pali (la lingua liturgica del Buddhismo), e si riferisce all’espressione “presenza mentale” o “attenzione consapevole” del momento presente, dei propri pensieri, emozioni, sensazioni e azioni.
L’obiettivo è quello di fare conoscenza di se stessi e il mondo attorno per quello che realmente sono, accogliendoli con accettazione e imparando a procedere nella vita senza stress, un passo per volta.
Una figata, no? Peccato che una capacità del genere non può svilupparsi dal giorno alla notte. La preparazione che porta a raggiungere un’attitudine presente e accettante e una visione chiara e consapevole avviene attraverso la pratica su cui è articolata la mindfulness, ovvero la meditazione.
Quando io ho iniziato a meditare facevo 10 minuti al giorno… e già mi sembravano troppi. Com’era possibile starsene fermi per tutto quel tempo e non pensare a niente? Non me ne capacitavo!
Ben presto ho scoperto che stavo sbagliando tutto: non dovevo sforzarmi a non pensare, bensì potevo lasciare fluire i miei pensieri in maniera naturale e osservarli senza alcun giudizio, rendendomi conto che io non sono loro.
Da allora ogni mattina dedico 15 minuti ad ascoltare il mio respiro, a riconoscere ciò che penso, a notare ciò che accade dentro di me. A volte lo faccio ancora nel letto, prima di guardare qualsiasi notifica o farmi distrarre da email varie. A volte mi metto seduta nel mio “angolo mindfulness” e porto la consapevolezza su ciò che è.
Tutto questo mi permette di iniziare la giornata con grande pace interiore, mi dà la carica per affrontare la giornata sentendomi centrata. E se ansie, paure o frustrazioni bussano alla porta, mi impegno ad accoglierle con accettazione e a lasciarle passare, procedendo oltre.
I 7 pilastri della mindfulness
Ok Anh. Ma tutto questo, in concreto, come può aiutarmi ad affrontare la quotidianità con più serenità e meno stress? È necessario coltivare specifici atteggiamenti che la disciplina individua in questi sette principi di vita.
1. Non giudizio
Se osservi la natura di ciò che pensi, ti renderai conto che la maggior parte dei tuoi pensieri sono giudizi rivolti sia a te stessa che alle esperienze che vivi. In questo caso, la consapevolezza è utile per alleggerirsi dal peso gravoso di questi giudizi, perché ti insegna appunto ad osservarli con imparzialità tramite la meditazione.
Il punto, quindi, non è tanto smettere di emettere giudizi (cosa questa inevitabile), ma piuttosto notare la loro presenza, senza reprimerli o valutarli sbagliati, per poi distaccarsene, togliendo loro attenzione.
2. Pazienza
Quante volte durante un momento difficile ti è capitato di volere che le cose si risolvessero con velocità? Magari sei impaziente di ottenere tutto e subito, e quando questo non succede… mamma mia che nervoso!
Secondo la mindfulness, un approccio paziente può aiutarti ad affrontare i problemi con più saggezza, perché ti invita a non pretendere troppo dal tuo corpo e dalla tua mente, ma a essere aperta a ogni momento, sapendo che ogni cosa ha il proprio tempo.
3. Mente del principiante
Sarà capitato anche a te di avere nostalgia dei tempi in cui eri bambina, quando ti approcciavi al mondo con senso di scoperta e grande curiosità. Ecco, la mindfulness ti esorta a riappropriarti di questa capacità, imparando a guardare ogni cosa come se fosse la prima volta, senza dare nulla per scontato.
Questo consente di sospendere tutte le aspettative dettate dalle esperienze passate e di riscoprire la libertà di aprirsi a infinite possibilità e fare nuove scelte.
4. Fiducia
Consapevolezza o non consapevolezza, su questo non ci sono dubbi: la fiducia in se stessi, nelle proprie sensazioni e nelle proprie intuizioni è una caratteristica essenziale per vivere una vita serena. Questo significa permettersi di essere come si è, senza soccombere ai propri giudizi e men che meno a quelli degli altri.
Una persona che ha fiducia procede infatti con tranquillità nel suo cammino, poiché prende delle decisioni in accordo con il suo cuore, senza dover dimostrare niente a nessuno.
5. Non cercare risultati
Il bisogno di ottenere disperatamente dei risultati va messo da parte in questa disciplina, così che ci si possa liberare da qualsiasi ansia sul futuro.
Altolà! Con questo non s’intende sprecare le proprie capacità, non porsi degli obiettivi e non impegnarsi al massimo per raggiungerli, ma piuttosto lasciare andare ogni attaccamento al risultato per lavorare con più leggerezza e concentrazione.
6. Accettazione
Quando accettiamo le cose esattamente come sono, facciamo pace con il nostro presente, perché smettiamo di sprecare inutili energie per volerlo cambiare o modellarlo a nostro piacimento.
Molti, però, confondono questo atteggiamento chiave con il rinunciare ai propri bisogni o il rassegnarsi a tollerare qualsiasi cosa. Invece, imparare ad accettare significa guardarsi dentro con attenzione e lasciare che le nostre decisioni, i nostri desideri, le nostre paure e i nostri pregiudizi si mostrino a noi così come sono, permettendoci di ottenere la chiarezza necessaria per trasformarci e crescere.
7. Lasciare andare
Più ci aggrappiamo alle cose, alle persone, agli stati d’animo e agli obiettivi, più soffriamo. Perciò l’ultima qualità da coltivare è quella di accogliere “tutto ciò che passa e scorre”, senza però trattenerlo.
Una volta che accettiamo la nostra esperienza del momento presente, possiamo poi lasciare andare tutto, in particolare ciò che è spiacevole, con molta più facilità. Perché questo né ci definisce, né ci appartiene.
E tu, pratichi già la mindfulness e i suoi preziosi insegnamenti? Ti aiutano nel tuo quotidiano? Se oggi ho voluto parlartene, ti confesso che non è per caso.
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